In giro per il borgo di Ortonovo

Alla scoperta dell’antico borgo di Ortonovo

Posto su uno sperone del rilievo terrazzato, Ortonovo si avvolge a ferro di cavallo attorno alla chiesa abaziale dedicata ai Santi Lorenzo e Martino, costruita negli anni 1621-1645 dove prima sorgeva una fortificazione andata distrutta.

E’ da qui, nella Piazza di sotto che può iniziare la visita al borgo. Come a Nicola, la piazzetta antistante la chiesa rappresentava e rappresenta ancora oggi il centro sociale del borgo.
Sulla piazza si apre la principale porta di accesso, sottolineata da archi a sesto acuto e da conci regolari. A fianco della porta vi sono sedili in muratura e di fronte una fontana.

Accanto all'arco d'ingresso, una lapide, parzialmente leggibile, ricorda l'uccisione dell'ex Sindaco Pietro Montefiori durante uno scontro, avvenuto proprio in quel luogo, tra bande di fascisti e di oppositori al regime.

La chiesa dei Santi Lorenzo e Martino venne consacrata nel 1651. Nella facciata della chiesa abaziale, la nicchia di sinistra ospita la statua di San Martino e nella nicchia di destra è contenuta quella di San Lorenzo; entrambe furono realizzate nel 1754.
All’interno è strutturata in tre navate. Il soffitto della navata centrale è a volta, ma presenta anche una grande cupola. Scavate sotto il coro vi sono le prime sepolture. Acquasantiera e il fonte battesimale sono più antiche. Due file di tre pilastri ciascuna sorreggono le volte e gli archi a tutto sesto. Le più importanti famiglie del borgo fecero realizzare da artisti locali le cappelle laterali e cripte, dieci complessivamente. La prima cappello nella navata destra, guardando l'altare, è quella edificata nel 1528 in onore di S. Antonio Abate, per volontà della famiglia Ceccardi-Monticola. La grande famiglia Ceccardi, infatti, aveva un’autentica devozione per il Santo. Lo stesso Vescovo Ambrogio Monticola Ceccardi nel 1527 innalzò un altare in suo onore nella vecchia chiesetta di San Lorenzo in mezzo al borgo, con una pregevole statua di marmo del Santo che la sua famiglia venerava. In seguito la chiesa venne abbandonata e l’altare fu trasferito nella nuova chiesa di San Lorenzo. La devozione per Sant'Antonio Abate continuò e anche il capitano Pietro Ceccardi nel 1700 arricchì la cappella con di un pregiato sacello contenente la reliquia di San Pietro Apostolo e di Sant'Antonio.

La tappa successiva del percorso all’interno di Ortonovo si raggiunge segue la strada principale e aggirando la chiesa abbaziale. Si arriva così nella Piazza di sopra, nella quale svetta la torre rotonda, oggi utilizzata come campanile. Si tratta della Torre di Guinigi, costruita intorno al XV secolo e facente parte di un castello che sorgeva sull'attuale chiesa, voluto da Paolo Guinigi Signore di Lucca. La tipologia costruttiva richiamava le torri lunigianesi di forma circolare con beccatelli per la difesa. (LINK alla scheda)

La Piazza di sopra, attraverso un piccolo arco, è collegata alla stretta via della scuola che è seguita poi da via Belvedere. Queste due vie costituiscono la strada mediana del borgo. L’andamento è a schiena d'asino e il rettifilo risulta in asse con la torre. Sulla via mediana, si affacciavano l’antica chiesa parrocchiale con annessa canonica, adibite da prima a palazzo comunale e successivamente a scuole elementari.

Al termine di via Belvedere si apre uno slargo, in fondo al quale, proprio in asse con la via principale del borgo, si affaccia il palazzo della nobile famiglia genovese dei Ceccardi, casa natale del poeta Ceccardo Roccatagliata Ceccardi, come ricorda la lapide posta accanto al portone. (LINK alla scheda)

Imboccata via Chiusura, in fondo alla prima stradina che si apre sulla sinistra, si può ammirare la seconda porta d'ingresso del paese, posta a un livello inferiore rispetto alla prima. Anche in questo caso si tratta di un arco a sesto acuto e da conci regolari. La particolarità è che sono presenti delle pietre lunensi intarsiate e la strada su cui si apre presenta ancora l’originaria pavimentazione a ciottoli. Questa porta volge verso una strada in ripida pendenza che porta ai coltivi.

Lasciando alle spalle il borgo, si sale al Santuario di Nostra Signora del Mirteto, la cui facciata rinascimentale, rivestita di marmo bianco, risalta sui verdeggianti pendii che la circondano. (LINK alla scheda)

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